È un tempo strano, questo, dell’anno. Nella nostra mente, nei nostri desideri, i rigori dell’inverno si vorrebbe fossero già alle spalle. Camminando per le vie della città, pur sempre indaffarati e trafelati da buoni milanesi, l’occhio va alla ricerca delle prime ti-mide conferme di una stagione che sta per cambiare: là un’aiuola che sembra un po’ più verde, qua un cespuglio che si sta preparando a fiorire e sfoggia già dei piccoli boccioli… Che bello poi quando, a metà giornata, il sole talvolta inizia già un po’ a scaldare e ci premette di slacciare qualcuna delle nostre protezioni contro il freddo…
Quest’anno poi questi sentimenti si rispecchiano in un’altra attesa, forse ancor più trepida; quella per un allentamento della presa che la pandemia ha avuto per lunghi mesi sulla nostra vita e che ora ci potrebbe dare una tregua, forse in parte risolutiva. Eccoci allora a immaginare qualche concessione, a progettare qualche attività, a intraprendere qualche iniziativa che a più riprese abbiamo dovuto rimandare. Certo, come in natura, la possibilità di improvvise gelate non si può mai del tutto escludere e tuttavia coltivare la speranza e mettersi all’opera in attesa dei giorni migliori ci fa bene fin da subito.
Eccoci allora, anche come comunità, a guardare agli appuntamenti futuri, tra i quali, quest’anno, troviamo un’occasione davvero eccezionale: la visita pastorale dell’Arcivescovo Mario Delpini alla nostra Comunità Pastorale, che avverrà domenica 8 maggio nel pomeriggio, prima a Mater Amabilis, dove incontrerà il nostro Consiglio pastorale e presiederà un momento di preghiera e poi nella chiesa Sant’Anna, nella quale celebrerà con tutti noi la Santa Messa. Si tratta di un evento che riguarderà, nei prossimi due anni, tutta la città di Milano e a cui l’Arci-vescovo si dispone con sentimenti di amicizia e di incoraggiamento: «In questo tempo particolarmente complicato per la pandemia, in questa città, in questi territori, il Regno di Dio è vicino. Vengo come un pellegrino e vorrei non soltanto vedere cose o partecipare a riunioni, ma stare con le persone in dialogo e ascolto reciproco».
Per prepararsi bene ad un appuntamento così importante, la nostra Comunità deve sa-per cogliere le possibilità che questo tempo, con le sue timide aperture, le offre.
Ad esempio riprendendo la frequenza in per-sona all’eucaristia domenicale, un gesto che anche durante i mesi del contagio si è rive-lato molto meno pericoloso di altri e verso il quale ora non ci sono più ragioni di diffidenza. L’appello è rivolto innanzitutto ai genitori di bambini e ragazzi, soprattutto di quelli che frequentano i nostri appunta-menti formativi del catechismo e delle età successive. Grazie all’impegno encomiabile delle catechiste e degli educatori, in questi mesi le pro-poste educative non si sono mai fermate ma ora è necessario ricordarsi che per educare alla vita cristiana le nuove generazioni l’ora settimanale di catechesi non basta ma è necessario con-dividere altri momenti della vita comunitaria, primo tra tutti quello dell’assemble domenicale. Non mancheranno poi altri momenti anche più distesi e festosi, come il Carnevale, che vivremo insieme al campetto di via Paolo Uccello il 5 marzo prossimo o la Quaresima, che ci offrirà molte significative occasioni di preghiera, di confronto con la Parola di Dio, di carità e di penitenza.
Insomma l’attesa della primavera non possiamo viverla con le mani in mano, ma secondo lo spirito cristiano che vede nell’at-tesa una dimensione permanente della nostra fede, capace di metterci all’opera e in movimento: Maranathà, vieni Signore Gesù!

Don Paolo

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